La devozione a San Michele di Giovanni Paolo II

E’ assai nota la speciale devozione di San Giovanni Paolo II per l’Arcangelo Michele e per le entità angeliche.
L’Arcangelo Michele poi è particolarmente invocato dalla Chiesa per la protezione dell’Umanità, della Famiglia e della Chiesa stessa del Signore.

Durante le celebrazioni per l’Anno Internazionale della Famiglia (era il 1994), papa Giovanni Paolo II esortò a tutti i cattolici di recitare quotidianamente la supplica a San Arcangelo Michele.
Egli sentiva incombente il pericolo di Satana.

Sebbene San Giovanni Paolo II non abbia ordinato che la preghiera venisse pronunciata dopo la Santa Messa, come era di precetto fino al Concilio Vaticano II, ha tuttavia chiesto ai fedeli di pregarla costantemente anche in privato per superare le forze dell’oscurità e del male:

Preghiera a San Michele di Papa Leone XIII chiesta da Wojtyla:

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia contro le malvagità e le insidie del diavolo, sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi ! E Tu, Principe della milizia celeste con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno satana e gli altri spiriti maligni, che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime.
Amen

Il Catechismo della Chiesa cattolica così insegna sulle creature angeliche:

334. Allo stesso modo tutta la vita della Chiesa beneficia dell’aiuto misterioso e potente degli angeli.
335. Nella liturgia, la Chiesa si unisce agli angeli per adorare il Dio tre volte santo; invoca la loro assistenza (così nell’In paradisum deducant te angeli… -In paradiso ti accompagnino gli angeli – nella liturgia dei defunti, o ancora nell’«Inno dei cherubini» della liturgia bizantina, e celebra la memoria di alcuni angeli in particolare (san Michele, san Gabriele, san Raffaele, gli angeli custodi). 336. Dal suo inizio (cfr. Mt 18,10) fino all’ora della morte (fr. Le 16,22) la vita umana è circondata dalla loro protezione e dalla loro intercessione. Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita». Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa, nella fede, alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio.

San Giovanni Paolo II ricordava spesso la capacità del Principe degli Angeli di respingere Satana e le sue perversioni.
Nel 1986 fecè all’Arcangelo Michele una richiesta dal saporre profetico: chiese infatti di proteggere dalla dissacrazione la Famiglia.

La figura dell’Arcangelo Michele – dichiarò Wojtyla in occasione della visita alla popolazione di Monte Sant’Angelo in Puglia – «è protagonista in tante pagine dell’Antico e del Nuovo Testamento», ed è stata «sentita ed invocata dal popolo e quanto la Chiesa abbia bisogno della sua celeste protezione: di lui, che viene presentato nella Bibbia come il grande lottatore contro il Dragone, il capo dei Demoni».

«Perché il Demonio è tuttora vivo ed operante nel mondo. Infatti il male che è in esso, il disordine che si riscontra nella società, l’incoerenza dell’uomo, la frattura interiore della quale è vittima non sono solo le conseguenze del peccato originale, ma anche l’effetto dell’azione infestatrice ed oscura di Satana, di questo insidiatore dell’equilibrio morale dell’uomo».

In un’altra occasione Giovanni Paolo II chiaese all’Arcangelo Michele la salvezza in particolare dalle «calamità caratteristiche di questo nostro tempo che sono la dissacrazione della famiglia, la violenza e la droga».




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2 Lug , 2019 - In Papi, Preghiere - di Maurann



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