Papa Francesco scende dall’aereo in Egitto

L’aereo arriva alle ore 18 all’aeroporto del Cairo.

Il volo Alitalia con Papa Francesco, partito in mattinata da Fiumicino, è puntuale.

Ad aspettarlo sulla pista fra le Autorità egiziane civili il Premier egiziano Sherif Ismail e religiose come si conviene ad un ospite di tale riguardo.

Fra di esse : Ibrahim Isaac Sedrak, patriarca di Alessandria dei copti d’Egitto e presidente dell’Assemblea della Gerarchia Cattolica dell’Egitto, monsignor Bruno Musarò, Nunzio Apostolico, monsignor Emmanuel Bishay, vescovo di Luxor e il reverendo Jan Thomas Limchua, segretario della nunziatura apostolica.

Inizia così “un viaggio di unità, di fratellanza” come lo stesso Francesco l’ha definito con i giornalisti durante il volo, “convocati da Dio, dalla storia e dall’avvenire” come dirà subito dopo intervenendo al Conference Center dov’è riunita la conferenza internazionale sulla pace.

Subito dopo il suo arrivo Papa Francesco si è recato al palazzo presidenziale di Ittihadiya al Cairo, nel quartiere orientale cairota di Heliopolis, atteso dal presidente egiziano Abdel Fattah al Sisi.

Quindi ha raggiunto la moschea e università di Al Azhar, il massimo centro di preparazione e studi per gli imam sunniti.

Questo 18simo viaggio apostolico internazionale del Papa è forse quello più delicato.

Dopo l’abbraccio al Grande Imam il Pontefice tiene un accorato discorso nella sala delle conferenze dell’ateneo.

Qui chiede uno sforzo educativo per “contrastare la barbarie di chi soffia sull’odio e incita alla violenza” e chiama le fedi ad una “alleanza” contro il fanatismo: “In quanto responsabili religiosi, siamo chiamati a smascherare la violenza che si traveste di presunta sacralità, facendo leva sull’assolutizzazione degli egoismi anziché sull’autentica apertura all’Assoluto.

Siamo tenuti a denunciare le violazioni contro la dignità umana e contro i diritti umani, a portare alla luce i tentativi di giustificare ogni forma di odio in nome della religione e a condannarli come falsificazione idolatrica di Dio: il suo nome è Santo, Egli è Dio di pace, Dio salam.

Perciò solo la pace è santa e nessuna violenza può essere perpetrata in nome di Dio, perché profanerebbe il suo Nome”.

Così, nel mondo diviso, “a poco o nulla serve infatti alzare la voce e correre a riarmarsi per proteggersi: oggi c’è bisogno di costruttori di pace, non di provocatori di conflitti; di pompieri e non di incendiari; di predicatori di riconciliazione e non di banditori di distruzione”.

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29 Apr , 2017 - In Papa Francesco - di Maurann



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