Papa Francesco lava i piedi a 12 detenuti

A fine della così detta “Ultima Cena” Gesù si levò da tavola e preso un catino ed un asciugatoio si mise a lavare i piedi dei discepoli.
A termine di questa operazione chiese loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Maestro e Signore, e dite bene perché io lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato infatti l’esempio perché, come ho fatto io, facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica… In verità, in verità vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato». Poi disse: «Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri: come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri».

Il rito della lavanda dei piedi, in particolare a termine della rievocazione dell’Ultima Cena sta a significare che non c’è vera fraternità senza eucaristia, è la comunione dei figli nel Figlio a fondare la fraternità.

Oggi, nel Giovedì Santo viene ricordato il rito della lavanda dei piedi come simbolo di vita nel servizio degli altri. In tutte le chiese i sacerdoti e il papa rinnovano questo rito.

In particolare quest’anno Papa Francesco ha voluto eseguirlo durante la visita al carcere di Paliano a seguito della messa ivi celebrata in Coena Domini. Il Santo padre ha lavato i piedi a 12 detenuti tra cui tre donne, due ergastolani, un musulmano e un ospite di nazionalità argentina.

Francesco ha invitato i detenuti ad essere gli uni al servizio degli altri e di aiutarsi reciprocamente: “perché questo è amore, questo è come lavare i piedi. E’ essere servo degli altri”.
“Tutti noi, che siamo poveracci, tutti! Ma Lui è grande, Lui è buono. E Lui ci ama così come siamo. Per questo, durante questa cerimonia pensiamo a Dio, a Gesù. Non è una cerimonia folkloristica: è un gesto per ricordare quello che ha dato Gesù. Dopo di questo, ha preso il pane e ci ha dato il suo Corpo; ha preso il vino, e ci ha dato il suo Sangue. E così è l’amore di Dio. Oggi, pensiamo soltanto all’amore di Dio”.
Gesù ha sempre detto come sia prioritario il tema dell’amore. In particolare disse rispondendo ai Farisei: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo: Amerai il prossimo tuo come te stesso».

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14 Apr , 2017 - In Frontiere dello spirito, Papa Francesco - di Maurann



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