La grazia della vergogna del peccato davanti a Dio

In queste parole di Papa Francesco si spega la bellezza della grazia della vergonga di aver peccato nella confessione.

Il Pontefice: “Alcuni dicono: “Ah, io mi confesso con Dio”. Ma è facile, è come confessarti per e-mail, no? Dio è là lontano, io dico le cose e non c’è un faccia a faccia, non c’è un quattrocchi. Paolo confessa la sua debolezza ai fratelli faccia a faccia. Altri: “No, io vado a confessarmi”, ma si confessano di cose tanto eteree, tanto nell’aria, che non hanno nessuna concretezza. E quello è lo stesso che non farlo. Confessare i nostri peccati non è andare ad una seduta di psichiatria, neppure andare in una sala di tortura: è dire al Signore “Signore sono peccatore”, ma dirlo tramite il fratello, perché questo…”

Prosegue Papa Francesco ricordando il bello dei bambini: quando si confessano sono concreti, dicono il fatto che hanno compiuto…

Così deve essere la confessione, mai nascondere la verità nella nostra miseria.

Dobbiamo rivelarci tramite il fratello e dicendo il fatto concreto come fece Paolo dopo il miracolo del lago. Egli disse a Gesù di allontanarsi da lui perchè peccatore. Egli si vergognva ed è proprio questo è il bello della confessione: la grazia del vergognarsi sincero del peccato commesso.

Vergognarsi davanti a Dio è una grazia.

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20 Mar , 2017 - In Frontiere dello spirito, Papa Francesco - di Maurann



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