La festività cristiana della Candelora, simbolo di Cristo Luce per illuminare le genti

La festività cristiana della Candelora, simbolo di Cristo Luce per illuminare le genti.

La Candelora è ricordata in Oriente con il nome  di “Festa dell’Incontro”, mentre nei paesi latini viene chiamata popolarmente Candelora.

Festività liturgica di somma importanza che cade il 2 febbraio.

All’inizio della Messa del 2 febbraio si benedicono le candele con un rito che unisce idealmente il Natale e la Pasqua celebrando l’Avvento della Luce Divina.

Molti fedeli usano portare la candela, ancora accesa, dalla Chiesa fino a casa, per “illuminare” il proprio cammino e per estendere la benedizione della luce anche alla casa ed ai familiari, specialmente per i malati.

Inoltre molti usano accendere le candele benedette durante la Messa della Candelora durante i temporali ed in occasione di malattie che colpiscono i componenti della famiglia.la Candelora

In molte parrocchie ricorre anche la festività popolare della Madonna della Candelora. Si usa accendere un cero in mano alla statua di Maria e portarla poi in processione. Tradizionalmente, se al ritorno in Chiesa, la candela è ancora accesa, è un buon auspicio per i raccolti dell’anno.

La tradizionale benedizione delle candele, che caratterizza la festa nel rito romano, è legata alla figura del vecchio Simeone, un uomo pio molto avanti negli anni al quale lo spirito delle Signore aveva rivelato che non sarebbe morto prima di aver visto il Messia.

Quando Simeone vide il Bambino Gesù entrare nel Tempio, portato dai genitori, lo prese tra le braccia e profetizzò la sua sofferenza e quella della madre e lo proclamò “Luce delle Genti e Gloria d’Israele”.

Questa festività, ai giorni nostri,  è calcolata a 40 giorni esatti dal Natale, mentre in antichità i giorni venivano contati dall’Epifania.

Secondo quanto prescritto dalla legge mosaica per la nascita di un primogenito maschio, Maria e Giuseppe portano il Bambino Gesù al Tempio di Gerusalemme, per offrire per lui un sacrificio di riscatto.

Questo ci viene riportato da Luca nel capitolo 2.

Le antiche scritture stabilivano infatti il diritto di Dio su ogni primogenito maschio in ricordo dell’Esodo ed in ricordo della decima piaga inflitta agli egiziani per la liberazione del popolo dalla schiavitù.

Questa piaga fu la più dolorosa per il Faraone ed il popolo d’Egitto perché Dio fece morire il primogenito maschio a tutte le famiglie egiziane.

In ricordo di questa piaga i genitori ebrei, quaranta giorni dalla nascita del primo figlio, usavano andare al Tempio e offrire in sacrificio un animale. Nel caso di Maria e Giuseppe erano poveri un paio di tortore.

Con ciò i genitori riscattavano e riavevano per sé il primo figlio perché, per diritto mosaico, alla nascita apparteneva solo al Signore.

Si manifestano così le due nature di Cristo: come Dio, Gesù entra nel Tempio che gli appartiene; come uomo, si sottomette alla legge mosaica.

Come Dio è colui al quale viene offerto ogni sacrificio.

Come uomo vuole che sia offerto per Lui il sacrificio del riscatto per condividere in tutto il destino e la condizione del Suo Popolo.

Ecco perché l’Oriente chiama la festa “incontro di Dio” perchè il Signore incontra il suo popolo.

Da alcuni anni questa festa è particolarmente dedicata ai religiosi ai consacrati.

In essa infatti si ricorda la fedeltà di Dio alle sue promesse e si invoca la fedeltà dei consacrati al Dono, fatto una volta per sempre, di servire il Signore nei Fratelli.

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2 Feb , 2017 - In Festività - di Maurann



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