Le frasi più belle di Francesco negli Emirati

«Mi reco in quel Paese come fratello, per scrivere insieme una pagina di dialogo e percorrere insieme sentieri di pace».

Questa la prima frasi di amicizia e fratellanza che Papa Francesco ha voluto dedicare al suo viaggio negli Emirati Arabi Uniti .
Un messaggio di speranza e ravvicinamento per due delle più grandi religioni monoteiste. Parole pronunciate con la mente rivolta anche al paese vicino: « Con grande preoccupazione seguo la crisi umanitaria nello Yemen” e alla «popolazione (che) è stremata dal lungo conflitto e (ai) moltissimi bambini soffrono la fame, ma non si riesce ad accedere ai depositi di alimenti» .

Ed infatti uno dei temi di questo 27mo viaggio del papa sta proprio nelle guerre che infiammano la regione e che danno sofferenza alle popolazioni.

Di qui l’appello di Francesco al ruolo delle religioni: le «Fedi smilitarizzino il cuore dell’uomo, stop armi e guerre“.

Esse stesse non siano pretesto per nuove sofferenze: «Non esiste violenza che possa essere religiosamente giustificata».
E aggiunge: « forse come mai in passato, spetta, in questo delicato frangente storico, un compito non più rimandabile: contribuire attivamente a smilitarizzare il cuore dell’uomo». Per il Papa, « la corsa agli armamenti, l’estensione delle proprie zone di influenza, le politiche aggressive a discapito degli altri non porteranno mai stabilità. La guerra non sa creare altro che miseria, le armi nient’altro che morte

Altra tema caro a Papa Francesco in questa visita nella Penisola Arabica è la libertà di culto ma non solo:

“vorrei sottolineare quella religiosa. Essa non si limita alla sola libertà di culto, ma vede nell’altro veramente un fratello, un figlio della mia stessa umanità che Dio lascia libero e che pertanto nessuna istituzione umana può forzare, nemmeno in nome suo”.

Senza libertà non si è più figli della famiglia umana ma schiavi“.

Quindi di fronte alla accettazione e alla libertà « le religioni, in particolare, non possono rinunciare al compito urgente di costruire ponti fra i popoli e le culture. È giunto il tempo in cui le religioni si spendano con coraggio per aiutare la famiglia umana alla riconciliazione»

Nel pensiero del Pontefice c’è non solo la via della reciproca libertà e accettazione delle religioni ma anche la diffusione della cultura come strumento di integrazione e pace:

« Investire sulla cultura favorisce una decrescita dell’odio e una crescita della civiltà e della prosperità. Educazione e violenza sono inversamente proporzionali».

Il riferimento è ai giovani come speranza del futuro.
Spetta ai governanti contemporanei dare loro le basi tramite la cultura per un domani di pace e prosperità: « Saranno essi, un giorno, a giudicarci: bene, se avremo dato loro (ai giovani) basi solide per creare nuovi incontri di civiltà; male, se avremo lasciato loro solo dei miraggi e la desolata prospettiva di nefasti scontri di inciviltà».

« La pace muore quando divorzia dalla giustizia, ma la giustizia risulta falsa se non è universale». Con queste parole Papa Bergoglio ha voluto ammonire « l’umanità (che) non chiuda gli occhi di fronte alle ingiustizie e non si rassegni mai ai troppi drammi del mondo».

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5 Feb , 2019 - In Papa Francesco - di Maurann



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