Le Anime del Purgatorio hanno bisogno delle nostre preghiere.

Possono le anime dele persone a noi care inviarci messaggi e avvisi sui nostri errori?
Esisterebbe un luogo il Purgatorio ove le anime, che per quanto fatto in vita, non sono state accolte accanto al Signore.
Purgatorio non è descritto come un luogo avvolto dalle fiamme, ma piuttosto come uno stato in cui le anime sperimentano il tormento delle fiamme interiori che riconoscono la loro peccaminosità prima della perfezione della santità di Dio e il suo amore per loro.
Nella parabola del ricco e Lazzaro Gesù ha voluto metterci in guardia da un vita che ci allontana dal Padre Celeste.
Si narra infatti di un ricco che banchetta in maniera opulenta e nulla concede ad un povero mendicante misero e malridotto che vorrebbe approfittare insieme ai cani degli scarti della mensa.
Da defunto il ricco è all’inferno ma vorrebbe che San Pietro mandasse Lazzaro che invece e presso il Santo nei Cieli ad avvertire i suoi fratelli ancora in vita. Essi infatti, al pari del ricco, conducono la stessa vita opulenta e sorda verso i più sfortunati.
Pietro nega al ricco questa possibilità dicendo che se essi non ascoltano la voce dei profetti dell’Antico Testamento non ascolteranno nemmeno quella dell’Anma di Lazzaro. E d’altra parte essi hanno godono sulla terra tanto quanto Lazzaro ha sofferto in vita ed quindi nell’aldilà soffriranno tanto quanto sarà grande la ricopensa del povero per le sue sofferenze.

Ma nella sua grande misericordia, il Signore ha inviato molti emissari dai morti ai vivi, e questi hanno lasciato numerose prove dietro.

A Roma esitono, in una piccola camera vicino alla sacrestia di una chiesa di Roma, il Sacro Cuore di Gesù a Prati una sorta di museo delle “prove”. 

A Roma vi era la cappela dell’Ordine del Sacro Cuore con la missione di pregare e dire messa per le Anime del Purgatorio. Nel 1897 un incendio la distrusse. Dopo l’incendio, il prete che aveva affidato la cappella, padre Victor Jouet, è rimasto senza parole guardando immagine un volto sofferente che sembrava un’anima del Purgatorio su una delle pareti bruciate. Pio X gli ha permesso di viaggiare in tutta Europa raccogliendo reliquie che hanno visto le visite delle anime del Purgatorio.

Vi è Una reliquia, nel museo, che mostra una parte di una scrivania in legno appartenente alla venerabile madre Isabella Fornari, badessa del Monastero delle Clarisse di San Francisco a Todi.
Ella ricevette, nel 1731, la visita dell’abate precedente defunto . Per dimostrare che stava soffrendo nel Purgatorio, l’abate mise la mano sinistra “fiammeggiante” nel scrivania, lasciando un’impronta bruciata e incisa una croce sul legno con il suo indice di fuoco.
L’Anima veneranda posò anche la mano sopra l’abito della badessa, bruciando il tessuto e ferendo le carni.

Nel 1815 la francese Marguerite Demmerle, ebbe l’incontro con un’anima che si è identificata come sua madre, morta di parto trent’anni prima.
La presenza le chiese di pregare per lei al santuario della Madonna di Mariental e far dire due messe in suo suffraggio.
Incredula Marguerite ha chiesto un segno e l’anima ha messo la mano nel libro che Marguerite stava leggendo – “L’imitazione di Cristo” – lasciando il segno sulla pagina aperta.
Dopo il pellegrinaggio l’anima torno a trovarlaringraziandorla perchè era stata liberata dal Purgatorio.

Ecco alcuni oggetti presenti nel piccolo museo a testimonianza dell’incontro con Anime purganti.

1. La mano impressa sulle pagine di un libro di preghiere.

2. Le impronte bruciate su una tunica e una camicia della venerabile madre Isabella Fornari, badessa delle Clarisse di Todi, del 1731.

3. La federa con l’immagine bruciata di una suora morta di tubercolosi apparsa a una delle sue consorelle per convincerla a pregare per la sua salvezza.

4. Le impronte lasciate da una donna sul berretto da notte del marito, al quale chiedeva preghiere per andare più rapidamente in Paradiso.

5. I biglietti lasciati dallo spirito di un sacerdote nel 1920 nel monastero di San Leonardo a Montefalco per chiedere una Messa per sé.

6. L’impronta più nitida è quella di Giuseppe Leleux di Wodecq, una bruciatura impressa su una manica della madre morta nel 1762 e apparsa nel 1789. La madre rimproverava il figlio per la vita disordinata che conduceva e per averla dimenticata nelle sue preghiere. Questo fece sì che si avvicinasse subito alla Chiesa cambiando vita e morendo anche in odore di santità.

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29 Mar , 2019 - In Frontiere dello spirito - di Maurann



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