Ricordiamo i nostri defunti

Il 2 di novembre è il giorno nel quale commemoriamo i nostri defunti.

In tutta Italia ci sono diversi modi di trascorrere il giorno dei morti, con diverse tradizioni locali.

Il giorno precedente la Chiesa Cattolica festeggia Ognissanti, la festa di tutti i Santi, che ormai si contrappone alla festa laica chiamata Halloween.

La data del 2 novembre ha un suo riferimento non casuale.

Infatti sembra che si faccia riferimento al diluvio universale che secondo Mosè iniziò nel diciassettesimo giorno del secondo “mese”, che corrisponde appunto a novembre.

Quindi il significato è dedicare questo giorno in onore dei defunti che Dio aveva sacrificato con il diluvio universale cercando di esorcizzare così la paura rispetto agli eventi simili.

Le tradizioni sono molte, per i celti ad esempio il giorno più importante da celebrare era la “notte di Samhain” tra il 31 ottobre ed il primo novembre era la notte di tutti i morti e di tutte le anime.

In Italia dal nord al sud le tradizioni sono diverse.

In Sicilia i bambini buoni, se hanno pregato per i loro morti, questi tornano in vita e nel sonno gli portano tanti doni.

In Sardegna si accendono i lumini, si lascia apparecchiata la tavola con ogni ben di Dio. Gli sportelli della cucina devono rimanere aperti affinchè i morti si servano. I ragazzi vanno di casa in casa per ricevere offerte in pane, fichi secchi uva passa e dolci.

In Veneto si offre alle promesse spose un sacchetto con dentro dei biscotti chiamati “ossa dei morti“.

In Trentino le anime dei defunti spiano dentro le case dalle finestre, la tavola rimane apparecchiata e le campane suonano tutta la notte.

A Roma la tradizione è quella di mangiare un pasto accanto alla tomba del proprio caro defunto. Per le persone morte nel Tevere si andava sulle sponde del fiume in processione con le torce accese.

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19 Ott , 2016 - In Festività, Frontiere dello spirito - di Lino D'Orazio



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