Il prodigio di San Filippo Neri

Filippo Neri nacque a Firenze nel 1515 il giorno 21 luglio. Di lui sappiamo che era di carattere buono e gioviale.
Si trasferì a Roma all’età di vent’anni. Qui fu consacrato sacerdote nel 1551e appartenne alla Comunità dei preti della chiesa di San Girolamo nel centro di Roma.

Conobbe una città popolosa e pericolosa e qui iniziò una importante esperienza di riunione nella chiesa di giovani maschi e femmine all’insegna del gioco e della preghiera per sottrarli ai pericoli del mondo e avvicinarli alla fede e alle celebrazioni liturgiche nella laicità.
Attività queste incentrate attorno alla chiesa di Santa Maria in Vallicella in quello che poi verrà detto “Oratorio”.
Un’importante esperienza avvallata più tardi anche papa Gregorio XIII nel 1575.
L’esperienza dell’Oratorio e di questa Congregazione consiste nella creazione di una comunità religiosa composta da persone di diverso status che siano religiosi o laici, poveri o nobili, non uniti da nessun voto o giuramento ma solo dalla volontà di fornire servizio di carità e assistenza e di avvicinarsi ai sacramenti e alla lettura delle Scritture in un clima di gioia e fratellanza.
Una unione in amicizia priva dai vincoli formali.

Particolarmente importante e innovativa fu questa attività tanto che all’”oratorio” venne di fatto, in quei tempi, affidata il rinnovamento spirituale del cento di Roma.
La Congregazione ebbe poi particolar cura nella sua attività di carità specie verso infermi e morenti con l’accompagnamento alla “buona morte”.
Filippo morì nel 1595 considerato già prima della sua canonizzazione avvenuta nel 1622 santo.Nel giorno del 16 marzo, ogni anno , si commemora un evento prodigioso che accadde nel 1583 ricordato come il miracolo di San Filippo Neri.

Capitò che Paolo, figliolo del principe Fabrizio Massimo, fosse gravemente malato da molti giorni e in grave pericolo di vità.

Nella malattia era assistito ogni giorno da Filippo.
Tuttavia il giorno in cui spirò il santo non era presente perché avvenne mentre stava celebrando Messa.
Accorso in Casa Massimo quando già il ragazzo era morto, P. Filippo, accostò al petto il corpo esanime di Paolo, gli mise una mano sulla fronte, e con il tremito soprannaturale che caratterizzava la sua preghiera, invocò Dio intensamente, per qualche minuto aspergendolo con l’acqua benedetta, e ancora accostandeselo al petto e chiamandolo per nome. Paolo riaprì gli occhi, parlò per alcuni minuti con P. Filippo, e stretto tra le sue braccia, dopo aver risposto con voce forte alla domanda del Santo che gli chiedeva se desiderasse andare in cielo a rivedere la mamma e le sorelle, si riaddormentò nel sonno della morte.
Ogni anno vi è la commemorazione dell’evento ed è possibile visitare la stanza ove avvenne ora trasformata in cappella.

 

O mio caro e santo patrono Filippo…

Tu sei il mi glorioso protettore e, dopo Gesù, Maria e Giuseppe,
sei colui che può per me fare di più in vita ed in morte.
Nelle tue fatiche, tu seguisti sempre il tuo Signore e Salvatore
e fra tutti i santi fosti colui che più ti avvicinasti a Maria ed a Giuseppe,
per la tua vita nascosta, per le tue nascoste virtù,
per la tua purità, umiltà e fervore.
Già da molto tempo io mi sono consacrato a te ed esito a dirmi tuo,
perché tu sei in diritto di avere seguaci di grande innocenza, di grande onestà
di propositi e di grande risolutezza, virtù, queste che io non possiedo.
Tu o Filippo, non nutristi alcun dubbio a tuo riguardo ed ora che sei in cielo,
tu puoi benissimo prenderti cura di me.
Veglia su di me, svegliami dal mio torpore, ottienimi le grazie che mi sono necessarie
per fare il mio dovere, in maniera che io possa progredire in tutte le virtù,
nelle tre virtù teologali della fede, della speranza e della carità;
nelle quattro virtù cardinali della prudenza, fortezza, giustizia e temperanza;
ed inoltre, nell’umiltà, nella castità, nella liberalità,
nella dolcezza e nella veracità.


O direttore di anime,
patrono dei tuoi devoti
che tanti cuori rivolgesti a Dio,
prega per me.

 

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26 Mag , 2017 - In Frontiere dello spirito, Santi e Beati - di Maurann



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